DAL MAR CASPIO AL MAR NERO

Il mar Caspio con un bacino di 750 miglia (1.200 km), 200 miglia (320 km) di larghezza, e con una superficie di 149.200 km ² (386.400 kmq), è il più grande specchio d’acqua interno del mondo. Riceve molti fiumi, tra cui il Volga, l’Ural, e non ha alcuno sbocco. È stato importante come via commerciale in epoca pre-moderna, quando faceva parte della rotta commerciale mongolo-baltica per le merci provenienti dall’Asia. Ora è una delle principali fonti di petrolio. Le sue numerose porte includono Baku in Azerbaijan e Bandar-e Anzali e Bandar-e Torkaman in Iran. Il bacino del Mar Caspio è situato nel centro dell’Eurasia, una regione dalla grande varietà di popoli, nazioni e culture. Inoltre, punto più importante, confina con la Russia, Kazakistan, Turkmenistan, Iran e infine con l’Azerbaijan.Petrolio e gas naturale sono diventate le risorse più importanti della regione. Nei tempi moderni, l’interesse è stato rivolto alle risorse naturali di questo territorio, in particolar modo alle sue abbondanti riserve di petrolio e gas naturale. Questa terra, già molto tempo prima della metà del 19° secolo, era uno dei più noti produttori di petrolio al mondo, sebbene per secoli i commercianti hanno estratto il greggio utilizzando metodi rudimentali.Nel 13esimo secolo Marco Polo narra di cammellieri che esportavano petrolio da Baku, la capitale dell’Azerbaigian, nella zona del Mar Caspio, una regione al centro di contese etniche e belliche già dai tempi di Alessandro il Grande. Un greggio denso, odoroso, non raffinato, esportato in tutto il Mediterraneo, fino a Baghdad, per essere usato come mezzo di illuminazione e come balsamo. Un “oro nero” che in quella localita’ era ed e’ particolarmente abbondante, fino al punto di sgorgare naturalmente dal terreno. Da quel momento il petrolio entra prepotentemente nella storia dell’uomo, marchiandone ineludibilmente lo sviluppo economico. E quell’area geografica, il Mar Caspio, diventa il crogiuolo di pulsioni di grandezza e di volontà di dominio ma anche di grandi aspirazioni di progresso e di crescita.

 

Situato nel Sud-Est della Romania, il litorale del Mar Nero si stende per ben 244 km divisi in due settori quello settentrionale che si stenda dal Capo Chilia al Capo Midia e quello meridionale dal Capo Midia a Vama Veche (al confine con la Bulgaria). Il settore meridionale dispone di ampie zone di costa e spiagge aperte appositamente attrezzate per il turismo balneare. In questa zona del litorale la spiaggia scende dolcemente nel mare, il che agevola i bagni, nonché la talassoterapia. La sabbia delle spiagge, molto fine, è di origine quarzosa, calcarea o organica e si distingue per la sua elevata purezza. Il Mar Nero è un mare quasi chiuso, molto simile all'Adriatico, con una salinità ridotta e che non presenta il fenomeno delle maree. Il bioclima marino del Mar Nero è molto più mite rispetto a quello baltico e meno torrido rispetto a quello adriatico o mediterraneo. La storia del litorale inizia con l'arrivo dei commercianti greci, quasi 2.700 anni fa quando costruirono la prima città, la fiorente Histria e poi le città Tomis (attualmente Constanta) e Callatis (attualmente Mangalia). All'inizio chiamarono questo mare Pontus Axeinos (il mare non accogliente) per cambiargli poi il nome in Pontus Euxinos (il mare accogliente). Dopo i greci fu il turno dei romani che vi costruirono castri, strade, mura di difesa. Dopo la vittoria di Traiano contro i Daci, Apollodoro di Damasco costruì un monumento chiamato Tropaeum Traiani, fratello della Colonna Traiana a Roma che si trova sul territorio del comune di Adamclisi. Nel Medio Evo arrivarono i genovesi e poi altri e altri, popoli che hanno lasciato la loro impronta. Tutto questo susseguirsi di popoli e civiltà hanno lasciato delle testimonianze un po' ovunque dalle romantiche sponde del lago Sinoe agli scavi della città Histria e all'antico porto Tomis dove ha compito il suo destino, in esilio, il cantante dell'amore, il poeta latino Ovidio Publio Nasone, e sulle quali vestigia è stata eretta la città porto Constanta una delle più gradi e più cosmopolite città della Romania. Più di un secolo fa, alla fine dell'Ottocento, hanno visto la luce i primi stabilimenti balneari e così inizia la storia moderna del litorale romeno. Mangalia, Eforie Nord e Eforie Sud, Mamaia, Neptun e Olimp, Jupiter, Venus, Cap Aurora, Saturn sono le località balneari che concentrano quasi il 40% della capacità ricettiva della Romania. Alberghi confortevoli, nuovi o recentemente rinnovati, parchi di divertimento, parchi acquatici, ristoranti, campi sportivi, discoteche assicurano vacanze e divertimenti a 360°. Il più grazie alle proprietà terapeutiche delle acque termali e dei fanghi ivi esistenti anche gli amanti delle vacanze messe sotto il segno del benessere trovano sul litorale pane per i loro denti. Terapie antireumatiche o dermatologiche, la famosa terapia Gerovital inventata all'inizio degli anni 70 dalla dottoressa Ana Aslan (cure che aiutano a ritardare l'invecchiamento delle cellule) o semplicemente massaggi, aromaterapia e bagni di piante attirano ogni anno diecine di migliaia di turiti da tutti gli angoli del pianeta. Aggiungendo a tutto quanto detto sopra una cucina saporita e dei vini premiati a concorsi internazionali, il mix delle tradizioni e costumi dei romeni, turchi, tartari e i greci che ci convivono da secoli tracciamo così i requisiti della vacanza ideale.

 

Kurdi, Armeni , Azeri e prima ancora gli antichi Medi di Ecbatana – il variegato crogiuolo che ha influenzato la storia, la lingua e la cultura persiana è protagonista di un itinerario nel Nord dell’Iran fuori dai circuiti classici. Un mix di archeologia, storia, tradizioni e insolite formazioni naturali, come le grotte sotterranee di Ali Sadr , ancora poco conosciute dal turismo italiano. Sbarcati con un volo dall’Italia direttamente a Kermanshah e varcate le orgogliose montagne dello Zagros e degli Elbur, attraverso le fertili valli che toccano parte dell’antica Mesopotamia, le esperienze del viaggio ci condurranno fino al Mar Caspio, dove la matrice talesh e gilaki della regione del Gilan confermerà per l’ennesima volta la multiculturalità del Paese.  Dario I di Persia in pieno V sec. a.C. fu precursore di questa straordinaria capacità di inglobare e far convivere diverse etnie e il sito di Bisotun, dove affisse quell’ importantissimo documento cuneiforme in tre lingue – persiano – elamita e babilonese – ne è testimonianza tuttora viva. Sanandaj, roccaforte della cultura kurda iranica, ci stupisce con il suo fare ospitale e accogliente. Da qui in un attimo si raggiunge uno dei luoghi più indimenticabili del Paese –  Takhte Soleiman:  i resti dell’antico Tempio del Fuoco ci danno il benvenuto in quello che un tempo fu il centro spirituale dell’antica religione della dinastia  sassanide, lo Zoroastrismo. Salendo ancora ecco la fertile valle di Maraghe, che i Mongoli scelsero come capitale dell’Ilkhanato a partire dal 1255. Qui fu edificato quello che è considerato il più grande e rivoluzionario osservatorio astronomico del Paese, in seguito devastato dalla furia di Tamerlano. Evoca invece l’antica Cappadocia il villaggio trogloditico di Kandovan, interamente scavato nella roccia e dalle bizzarre forme a cono , i “camini fatati” . Con un po’ di fortuna riusciremo ad alloggiare nell’unico incantevole albergo rupestre del luogo, un ritorno nel grembo di Madre Terra. Rientriamo nella civiltà. Poco distante ci aspetta Tabriz, signorile capitale azera del Nord, col suo magnifico enorme bazar e le sontuose boutique di frutta secca. Quasi al confine con la Turchia, ancora ci aspettano delle sorprese: a Jolfa e Maku il culto è armeno, come testimoniano la Chiesa di Santo Stefano e il Monastero di San Taddeo con la sua “Chiesa Nera”. Lasciamoci alle spalle le asprezze del paesaggio della Valle del Fiume Aras. I declivi si fanno più morbidi e verdi man mano che ci avviciniamo al Gilan – la regione del riso e del tè – e al suo gioiello, il villaggio di Massuleh. Incastonato nella montagna, quasi sempre avvolto dalle nebbie,  qui sembra che il tempo si sia fermato. Dopo una tazza di tè e un po’ di foto, riprendiamo la strada  che ci porta sulla costa, dove il clima diventa più umido via via che ci si avvicina alla palude di Anzali, paradiso per gli amanti del birdwatching. E’ il Mar Caspio, simbolo di vita e di commercio, cuore pulsante delle culture tra Medio Oriente e Asia Centrale, che ci ospiterà sulle sue operose rive il tempo di una notte. Ci aspettano ancora Zanjan, città azera dalla vocazione artigiana, e poi ancora Soltaniyeh, che ci svela una versione azzurra del capolavoro di Brunelleschi a Firenze. Infine non lontano da Teheran,  Qazvin, capitale della calligrafia, da cui partiremo per un ultimo evocativo luogo: Alamut ovvero “ il nido dell’aquila”. Guidati dalle nostre sole gambe e rincuorati dall’incessante  rumore del vento sulle rovine, raggiungiamo il leggendario castello, tangibile traduzione del “rifugio silente” , descritto anche da Marco Polo ne “Il Milione” : “Lo Veglio è chiamato in loro lingua Aloodin. Egli avea fatto fare tra due montagne in una valle lo più bello giardino e ‘l più grande del mondo. Quivi avea tutti frutti (e) li più begli palagi del mondo, tutti dipinti ad oro, a bestie, a uccelli; quivi era condotti: per tale venía acqua a per tale mèle e per tale vino; quivi era donzelli e donzelle, li più begli del mondo, che meglio sapeano cantare e sonare e ballare. E facea lo Veglio credere a costoro che quello era lo paradiso…”. E qui si conclude la nostra esperienza, prima di tornare a Teheran in tempo per il volo in Italia.

 

GIORNO 1 - ITALIA – ISTANBUL - KERMANSHAH

Partenza dall’Italia con il volo Turkish, arrivo a Kermanshan nella tarda notte/ prime ore del giorno successivo (altitudine 1390). Trasferimento in hotel, pernottamento.

 

GIORNO 2 -  KERMANSHAH – BISOTUN - HAMEDAN

Colazione. In tarda mattinata si visita il sito Taghe Bostan – l’arco di pietra in farsi – alle pendici dei monti Zagros, all’estremità settentrionale di Kermanshah. I bassorilievi di epoca sassanide scolpiti sulle rocce di Zagros narrano le storie di Artaserse II e dei suoi successori, fino a Shapur ( IV° sec. d.C) e ancora re Cosroe (VI- VII sec. d.C). Il sito di Tagh Bostan è circondato da simpatici ristorantini all’aperto famosi per le grigliate tipiche della zona, ci fermeremo a pranzo per gustare questa specialità locale. Dopo pranzo, lasciamo Kermanshah alle spalle e proseguiamo verso est alla volta di Bisotun (Partrimonio Unesco), bellissimo sito dove Dario I, nel 510 a.C, affisse un documento di risaputa importanza la cui scrittura in cuneiforme ci svela tre diverse lingue dell’epoca: antico persiano, elamitico e babilonese. La prossima tappa - Kangavar - proseguendo sarà dedicata al culto della dea persiana “Anahita”, la protettrice dell’acqua . Arrivo ad Hamedan in tarda serata. Cena e pernottamento. Pensione completa.

 

GIORNO 3 - 18 SETTEMBRE - HAMEDAN

Ad Hamedan, la cima di Alvand (3500m) con il suo cappuccio di neve soffia il proprio vento fresco sulla terra che un tempo fu la capitale dei Medi. Si narra che prima di cadere in mano ai persiani achemenidi di re Ciro, fosse una opulenta città le cui lunghissime mura avessero sette ordini, di cui i più interni fatti d’oro e d’argento. La ricchezza di Hamedan non si esaurisce solo nell’antico sito di Ecbatana – che visiteremo stamani. Qui fu sepolto in un mausoleo il medico e filosofo di tutti i tempi, Avicenna e pure la sposa di Serse “Ester” dentro una torre funeraria costruita nel XIV sec– un tempo meta del pellegrinaggio ebrei. Hamedan è famosa anche per l’arte della ceramica, l’agricoltura e la coltivazione dell’aglio – ritenuto questo uno dei più pregiati del Medio Oriente. Nel tardo pomeriggio si sale verso la valle di Ganj Nameh – luogo di ritrovo dei giovani – dove le tavolette in cuneiforme di Dario e Serse accanto alla cascata di Alvand parleranno da sole. Rientro ad Hamedan per la cena. Pernottamento in hotel. Pensione completa.

 

GIORNO 4 – 19 SETTEMBRE HAMEDAN – LALEJIN – ALI SADR - SANADAJ

Colazione molto presto e partenza in direzione Nord-ovest per arrivare a Sanandaj, la capitale dei kurdi Viaggi in Iran IL NORD, I MEDI E IL MAR CASPIO iraniani. Dopo 30km fuori da Hamedan, ci fermiamo a Lalejin, la capitale della ceramica dell’Iran occidentale, che è considerata un pò la “Faenza iraniana”. Ci aspetta poi la grotta acquifera di Ali Sadr, poco lontano da Lalejin. Lungo un reticolo di canali sotterranei che si estende per 11 km circa, si raggiunge un lago sotterraneo dove la grotta si allarga andando a formare uno spazio di circa 100 metri per 50 di grandezza e alto circa 40 metri; questo è considerato un po' il punto d'arrivo della navigazione della grotta, ma oltre a questo lago, sotto la grotta di Ali Sadr vi sono altri laghi sotterranei posizionati in altri punti ancora. Sopra i laghi si possono ammirare stalattiti e stalagmiti di ogni forma e dimensione. Usciamo dalla bocca della grotta, dopo pranzo, e proseguiamo verso Sanandaj, dove il Bagno antico di Khan e il museo antropologico sono pronti a raccontarci la storia dei Kurdi, la loro lingua e i loro usi e costumi. Nel Bazar della città sentiamo parlare kurdo, idioma ben diverso dalla lingua ufficiale dell’Iran. Sanandaj affonda le sue radici in epoca sassanide, circondata elegantemente di montagne da cui i locali traggono il legno di noce, che è anche il materiale pregiato del famosissimo gioco dei dadi conosciuto come “backgammon”. Sistemazione in hotel. Cena e pernottamento. Pensione completa.

 

GIORNO 5 – 20 SETTEMBRE - SANANDAJ – TAKAB – TRONO DI SALOMONE - MARAGHE

Al sorgere del sole partiamo per Maraghe via Takab. Qui le montagne sono gravide di travertino e granito e la strada serpeggia tra i colori caldi della terra. Tra le miniere e i campi di grano saliamo verso quella che è considerata l’eredità magnifica dei sassanidi “Takhte Soleiman” (Patrimonio Unesco), dove i resti dell’antico tempio del fuoco ci danno il benvenuto in quello che un tempo fu il centro spirituale dell’antica religione della dinastia dei sassanidi, lo Zoroastrismo. Questo era il luogo ideale per questo culto dove terra, vento, acqua e fuoco costituivano gli elementi di massima venerazione. Ancora oggi il tempio del fuoco fa da contrasto all’acqua limpidissima del lago di origine vulcanica, dove ancora oggi si specchiano i resti della storia. Dopo Takab, si prosegue ancora verso nord ed è qui che mettiamo per un attimo da parte la cultura kurda perché siamo nell’Azerbaijan iraniano, il cui dialetto – l’azero - si parla qui tra le montagne. Arrivo a Maraghe. Sistemazione in hotel. Cena e pernottamento. Pensione completa.

 

GIORNO 6 – 21 SETTEMBRE – MARAGHE – KANDOVAN

La valle di Maraghe è famosa per gli alberi di pesco e albicocco. I mongoli scelsero questa valle come capitale dell’Ilkhanato. Tra i monumenti costruiti nei secoli dei moghol si nota ben presto la tendenza a costruire torri a forme geometriche. Potremo ammirare qui a Maraghe il capolavoro dell’astronomo iraniano Khaje Tusi , che costruì in età medievale . Dopo Ommar Khayyam, viene considerato come il più grande astronomo iraniano. Dopo pranzo, partiamo e percorriamo a 130 km verso nord, per raggiungere uno dei villaggi più straordinari dell’Iran. A Kandovan le grotte naturali sono anche le abitazioni locali e questa notte potremo fare l’esperienza di alloggiare in un hotel interamente scolpito nella roccia. Arrivo nel tardo pomeriggio, e tempo libero per girare nelle viuzze del villaggio. Sistemazione in hotel. Cena e pernottamento. Pensione completa.

 

GIORNO 7 – 22 SETTEMBRE - KANDOVAN – TABRIZ

Diamo l’addio alla “Cappadocia iraniana”, ci dirigiamo verso i monti Sahand che ci indirizzano verso Tabriz. La città, conosciutissima degli azeri, è famosa anche per la sua produzione artistica, per i suoi tappeti nonché per l’arte culinaria, con la produzione della deliziosa “ feta “ iraniana detta Lighwan in azero e i suoi famosissimi negozi di frutta secca di ogni tipo : noci, pistacchi, uvette , albicocche etc... Tabriz oltre ai sassanidi, vide passare i moghol, i selgiuchidi, i turcomanni e i safavidi. Per prima cosa andiamo a scoprire il gran Bazar della città. Poi la moschea azzurra - dipinta anche con il lapislazzulo - e il complesso di Iljuli usato in passato come riserva d’acqua. Oggi però è anche un luogo di ritrovo per la borghesia azera della città nonché per i giovani delle altre classi sociali. Sistemazione in hotel. Cena e pernottamento. Pensione completa.

 

GIORNO 8 - 23 SETTEMBRE - TABRIZ – JOLFA – MAKU

Dopo colazione, partenza ancora più a nord, lungo la Valle del fiume Aras che con il suo sciabordare, ci ricorda che siamo al confine tra Iran e Azerbaijan. Per millenni questa valle è stata via di passaggio di commercianti, eserciti e fedeli. Qui il culto cristiano della regione azera iraniana ci rende più consapevoli degli strati socio-religiosi e culturali che sopravvivono ancora oggi in Iran. A Jolfa - famosa oggi soprattutto per la Chiesa di Santo Stefano - pensiamo senz’altro alla chiesa armena di Isfahan e troviamo forse qualche risposta a proposito delle origini del culto . Ci rivolgiamo ancora verso nord-ovest per arrivare nella zona storica di Chaldoran e contemplare l’altra chiesa della zona detta anche” Chiesa Nera”, in realtà si tratta di un monastero armeno del XVI sec. Proseguiamo ancora per Maku, che ci ospita a nord-ovest del paese, a due passi dalla Turchia e dall’Armenia. Sistemazione in hotel. Cena e pernottamento. Pensione completa.

 

GIORNO 9 - 24 SETTEMBRE - MAKU – ARDEBIL

Dopo colazione, proseguimento del viaggio, che in questa parte si trasforma in una contemplazione della natura: attraversiamo le montagne di Jolfa, di Tabriz e la terra dei Shahsavan, le tribù nomadi iraniche. Qui le montagne pian piano si fanno più dolci, si vestono di colline e prati. La zona di Ardebil, con le pecore e le capre che pascolano nel verde esteso dei campi, sono famose anche perché offrono uno dei migliori mieli del Paese. La città è famosa per i suoi tappeti, i suoi kilim, e il mausoleo del mentore dei sufi Safi Al-ddin, il più sontuoso monumento safavide del Paese e per questo Patrimonio dell’Umanità. Sistemazione in hotel. Cena e pernottamento. Pensione completa.

 

GIORNO 10 – 25 SETTEMBRE - ARDEBIL – FUMAN – MASSULEH - BANDAR ANZALI

Riprendiamo la strada che ci spinge verso il Mar Caspio, lasciando Ardebil e le montagne dietro le spalle, arriviamo a Astara per poi continuare il nostro percorso lungo il mare. Non c’è da stupirsi se qui cambia tutto, oltre al paesaggio anche la lingua e la cultura. Benvenuti nella regione del Gilan, famosa per le sue risaie e il tè. Qui la terra fertile produce un riso basmati che è alla base dei piatti tradizionali. Qui si parla il dialetto locale – la pronuncia blesa – ancora oggi ben distinta dai vari dialetti e accenti del farsì. Procediamo nell’entroterra attraverso le montagne, che qui si fanno più dolci e verdi, passando da Fuman – ex capitale della provincia - fino al bellissimo villaggio di Massuleh, con le sue case color terra addossate sulla montagna e così scoscese che il tetto di una casa finisce sull’ingresso di un’altra. Dopo aver fatto un bel giro del villaggio, assaporando tè nei caratteristici locali e soffermandoci a guardare la bellezza del luogo e dei suoi abitanti, riprendiamo la strada verso la costa, fino alla palude Anzali, che è una delle più belle e più grandi paludi del mondo, ricca di flora e di uccelli. Arrivo a Bandar Anzali – città portuale sul Mar Caspio - in serata. Sistemazione in hotel. Cena e pernottamento. Pensione completa.

 

GIORNO 11 - 26 SETTEMBRE - BANDAR ANZALI – MANJIL – ZANJAN

Dopo colazione, salutiamo il porto di Anzali con le sue barche e le sue gru, per riprendere il cammino verso sud-ovest, lasciando alle spalle il mare e lo sbattere delle onde contro la spiaggia, passando da Manjil, la “Città del Vento” poiché situata in una fenditura della catena montuosa Alborz, creando così una sorta di imbuto per il vento. Per sfruttare questo potere naturale sono state installate delle turbine eoliche in tutta la zona. Arriviamo a Zanjan, città artigiana per eccellenza famosa per la produzione di coltelli, con il suo bazar dal porticato lunghissimo, dove si può trovare in vendita di tutto, dal cibo alla stoffa, al rame, oggetti di ogni tipo. Qui la lingua e la cultura sono di nuovo azere. La vecchia lavanderia di Zanjan è un caratteristico passaggio sotterraneo con volte e colonne, dove i canali d’acqua erano stati costruiti per utilizzarli come lavatoi pubblici. Interessanti sono le numerose moschee sparse per la città, tra cui la “moschea della Signora”, una piccola scuola coranica in cui si pratica il culto. Sistemazione in hotel. Cena e pernottamento. Pensione completa.

 

GIORNO 12 - 27 SETTEMBRE - ZANJAN – SOLTANIYEH – QAZVIN

Dopo colazione, riprendiamo il nostro viaggio sulla strada di Qazvin. Ci fermiamo lungo il tragitto a Soltaniyeh (Patrimonio Unesco), la “perla” della zona, costruita dai mongoli ilkhanidi per farla diventare la capitale della Persia . Distrutta da Tamerlano, sopravvissero tre monumenti, tra cui la cupola azzurra del Mausoleo di Oljeit, che brilla di giorno e di notte, la cupola di mattoni più alta al mondo. A differenza di altri luoghi del culto – le moschee – qui abbiamo tre piani da visitare e ogni piano racchiude segreti architettonici ancora non svelati. Lo stucco colorato, il mosaico, le maioliche e gli affreschi, ogni dettaglio lascia senza fiato. Proseguimento del viaggio verso est fino a Qazvin, capitale della calligrafia persiana. Il mausoleo santuario del santo della città e la torre del poeta di Qazvin saranno i momenti suggestivi del percorso. A Chehelsotun - il palazzo reale - torniamo con la testa alla cultura safavide, all’epoca in cui il secondo scià safavide Tahmasb I, per la minaccia da parte degli ottomani, fece spostare la capitale da Tabriz a Qazvin. Sistemazione in hotel. Cena e pernottamento. Pensione completa.

 

GIORNO 13 - 28 SETTEMBRE - QAZVIN – ALAMUT CASTELLO DEGLI ASSASSINI – TEHERAN PARTENZA

Dopo la nostra interessante peregrinazione, fatta di culture diverse che sopravvivono, paesaggi che mutano, storia e capolavori architettonici, misticismo e terreno, ora ci aspetta il silenzio che emana il paesino in cui si trova il castello degli assassini – Alamut, il nido dell’aquila. Percorriamo una delle zone del Paese paesaggisticamente più evocativa, con scenari che cambiano in continuazione ma sempre molto suggestivi. È la zona dove si respira il Medioevo che fu, e lo testimoniano le numerose rovine delle fortezze arroccate sui pinnacoli delle alture, dove oggi solo i resti raccontano la storia. Ci vuole un pò di forza per salire fino al Castello fatto costruire da Hassan Sabah - capo della setta degli ismaeliti - abbarbicato in cima ad un vertiginoso dirupo a picco sul grazioso villaggio di Gazor Khan. Il sentiero a piedi richiede una notevole camminata in salita di circa mezzora, ma all’arrivo l’eccezionalità del paesaggio ripaga dello sforzo. Scendiamo con meno fatica, per proseguire sulla via del ritorno, in tempo per raggiungere l’aeroporto Internazionale di Teheran per il volo di rientro in Italia che sarà nella tarda notte.

 

GIORNO 14 – 29 SETTEMBRE – TEHERAN – ISTANBUL – ITALIA Partenza con volo di linea per il rientro in Italia via Istanbul.

 

Condividi sui social network