NEPAL
TOUR MUSTANG e il FESTIVAL TIJI
In una natura di primordiale bellezza e nell’ assoluto silenzio dove solo il vento diviene il respiro delle montagne , allo stesso modo della mitica Shangri-La di James Hilton, il Mustang, è una cassaforte colma di tesori, di rocce dalla forma bizzarra e dai colori molteplici . Scopriremo la valle elevata ed isolata oltre i profili dei grandi massicci Himalayani dell’Annapurna e del Dhaulagiri. In questo regno fermo nel tempo e nello spazio, le antiche arti e tradizioni dei tibetani sono sopravissute nella loro forma originaria. Il viaggio comincia da una caotica Kathmandu per poi proseguire fino a Pokhara, affacciata sulle sponde del Lago Phewa. Accompagnati dal suono del fruscio del fiume Kali Gandaki e con lo sguardo rivolto al bianco delle cime, come i commercianti di sale saliremo verso nord la mitica rotta carovaniera per raggiungere la porta d’ingresso del Mustang: Jomsom. Con i suoi tre gompa dipinti di rosso, le mura di fango bianche di calce, Lo Manthang appare intatta come il giorno della sua fondazione. Si ha l’impressione di arrivare al cuore di un segreto mai prima svelato . Tipici di questo paesaggio desolato, privo di vegetazione sono le rupi non ancora del tutto smussate dall’azione degli agenti atmosferici, guglie e formazioni rocciose che ricordano fortezze in rovina. Un mondo rimasto quasi miracolosamente illeso dalle ferite del divenire, solitario e fiabesco , sembra un incanto di medioevali racconti. Isolamento e autonomia sono state condizioni forzate che hanno permesso agli abitanti del Regno di Lo di sviluppare uno loro ricca e particolare cultura tramandata nei millenni, di generazione in generazione e di mantenere viva una profonda spiritualità dedita al buddhismo. parteciperemo al Tiji Festival. Un passaggio per Tsarang , villaggio immerso tra ampi campi coltivati ex capitale del regno e residenza del Raja di Lo, ci permetterà di entrare ancora più in contatto con la tradizione religiosa e spirituale in un paesaggio mozzafiato dominato dall’ imponente fortezza e dal rosso monastero. L’oasi di Kagbeni giace sulla confluenza dei fiumi Kali Gandaki e Jhong. Qui il tempo si è fermato nel labirinto delle case di fango dominato dal Thupten Samphel Ling Gompa che invita a soffermarsi e concentrarsi sugli insegnamenti di Buddha. Insieme a migliaia di devoti in cerca di moksha (la libertà) dal ciclo di nascita e rinascita ci recheremo al sito sacro tanto per gli hindu quanto per i buddhisti , di Muktinath dove Mukti sta per salvezza e Nath per Dio e Nirvana. “Il Mustang è il Paese della completa felicità, dove tutto ciò che è ambito o necessario è a portata di mano, dove i sudditi sfavillano come stelle e lo spirito si diletta nella contemplazione del Re” sta scritto negli antichi manoscritti coperti di polvere nei gompa del Regno di Lo.
La Cacciata dei Demoni – Tiji Festival
Il Tiji Festival di Lo Manthang è un festival rituale che dura tre giorni ed è conosciuto come “la Cacciata dei Demoni”. Si basa sul mito della Dea Dorje Jono, risalente ad oltre 600 anni fa. Secondo un’antica leggenda locale, la dea è costretta a combattere contro suo padre, un potente demone, per salvare il regno del Mustang dalla distruzione. Il demone vuole provocare la rovina del Mustang con carestie e siccità, l’acqua è infatti una risorsa molto preziosa in queste terra arida e isolata. Dorje Jone respinge il demone attraverso il potere della sua danza magica – balla cinquantadue danze, in dieci corpi diversi, ciascuno con una testa diversa. Alla fine delle danze, Dorje Jono uccide il demone, sollevando la sua gente dalla piaga delle sventure. L’acqua tornerà ad essere abbondante, l’equilibrio e l’armonia dell’esistenza vengono ripristinate. Il Tiji celebra questo mito e ne riafferma l’importanza: al festival prendono parte migliaia di uomini, donne e bambini che, abbigliati con costumi tradizionali, mettono in scena canti, balli e piccole rappresentazioni che riportano in vita attimi del mito di Dorje Jono. Il festival è programmato per coincidere con la fine dell’inverno, la stagione più secca e dura per le popolazioni di queste montagne, e con l’inizio della stagione primaverile, il momento della rinascita, che anticipa la stagione umida monsonica. Tiji viene dalla parola “ten che”, che significa “la speranza del Buddha Dharma che prevale in tutti i mondi”: il nome riflette il significato profondo della festa, che è a tutti gli effetti un momento di celebrazione per la primavera che si rinnova e per il trionfo del bene sul male. Lo scopo del Tiji è di garantire la felicità, salute e il buon raccolto alle comunità di Lo-Tso-Duen, le sette regioni del Mustang. L’evento, che in antichità era eseguito in ciascuna delle sette province, oggi si svolge solo nella capitale, nel mese di maggio, presso il palazzo reale.